Una sorpresa nelle sorprese alle nove e venticinque minuti

Diodoro Siculo, narra che gli Argonauti, dopo che ebbero conquistato il vello d’oro, navigando lungo il Tirreno approdarono su un’isola chiamata Aethalia, ovvero l’odierna isola d’Elba (Livorno). Dal mito alla realtà il passo è breve. Non solcano il mare con imbarcazioni, ma solo con l’ausilio e il vigore delle loro braccia il marsigliese di origine ed elbano d’adozione, Lionel Cardin (51 anni), e l’elbano Pierluigi Costa (49) nuotatori e soprattutto sognatori come amano definirsi: «di quelli a cui l’inquietudine e l’ansia di vivere fa trasformare il sogno in azione», è scritto nel sito che presenta la loro storia. Si considerano i messaggeri del mare e con le loro imprese “epiche”, attraversate di lunga durata, vogliono sensibilizzare le persone alla salvaguardia di quella

distesa blu bistrattata.Lo fanno da anni, dal lontano 2003. E della decade, appena festeggiata, restano memorabili alcune cavalcate marine, come il giro dell’isola di Montecristo del 2009, 23 km circa in sette ore e mezza di nuoto. O quelle 32 miglia marine (circa 50 chilometri, n.d.r) «e anche di più se si considera lo scarroccio delle onde», racconta soddisfatto Lionel, «che separano Chiessi (piccolo comune dell’Isola d’Elba, in cui risiede Pierluigi Costa ndr) da Bastia in Corsica. La via dei cetacei, attraversata fatta nel 2011 in 26 ore consecutive, a staffetta, tre ore per uno» racconta Lionel. «Abbiamo nuotato per riportare l’attenzione sulla salute del mare nostrum e sulla difesa dei grandi mammiferi che sono tornati a viverci».Ma queste imprese per Lionel, da un anno circa a questa parte, hanno acquisito un altro sapore. Un’ulteriore sfida con se stesso: «nel ‘93 ebbi un brutto incidente motociclistico che mi procurò una lesione grave alla gamba e una conseguente emorragia, purtroppo non curata nel migliore dei modi», spiega Lionel. «Sono trent’anni che combatto con infezioni da streptococco che mi procurano profonde fistole, ma nulla ha rallentato la mia corsa: ho fatto per anni le gare di nuoto e sportive riservate agli ironman».

A settembre 2012 però le condizioni di Lionel Cardin peggiorano, l’infezione procura febbre molto alta e dolori. I medici gli consigliano: per evitare la diffusione dell’infezione meglio amputare. «Ho lottato contro la malattia per quasi trent’anni, ma poi ho dovuto cedere», prosegue Lionel. «Ma la sfida continua, la tenacia che mi ha accompagnato fino a oggi, la riverso tutta nel tornare a più presto a nuotare». E nel comunicare. Da anni la coppia di nuotatori è attiva nelle scuole per raccontare le proprie esperienze oltre a fare da portabandiera a manifestazioni fuori dai confini nazionali (il 7-8 settembre saranno a Berlino). «Cerchiamo di raccontare l’amore per il mare», illustra il marsigliese, «cerchiamo di trasmettere le sensazioni e le energie che il mare è capace di dare… e chissà magari portare un esempio di come le difficoltà possono essere superate con tanta passione, volontà e tenacia».