Nuotata intorno a Montecristo
É stata un’esperienza fantastica!”. É questo il primo commento di Pierluigi Costa e Lionel Cardin al termine del giro dell’isola di Montecristo a nuoto. I due rappresentanti del settore nuoto in mare del Circolo Teseo Tesei hanno iniziato e portato positivamente a termine la nuova impresa.
Perchè la scelta di Montecristo? Montecristo non solo è un’isola misteriosa e meravigliosa, ma soprattutto rappresenta un simbolo ed una leggenda nella mente delle genti di tutto il mondo. Sicuramente ogni iniziativa che riguarda l’isola prende forza e splendore con un’ampia diffusione d’immagine. La nostra impresa benefica, ripresa dalle telecamere di Sky TV Satellitare, è avvenuta con la collaborazione del Centro Ricerche Cetacei e ci ha permesso di diffondere l’amore per la natura ed in particolar modo il rispetto per i delfini ed i cetacei. Il nostro impegno, irradia soprattutto un grandioso messaggio di solidarietà ed ha la finalità di promuove la raccolta di fondi da destinare all’ Associazione “Incontriamoci in Diversi” con sede a Portoferraio. Io e Lionel siamo felici di poter fare qualcosa per aiutare questa Associazione O.N.L.U.S benemerita, nel sostegno morale e materiale alle famiglie che soffrono nel difficile percorso della disabilità dei loro figli. Il via è stato dato alle 10,30 ad 1 km a largo di Cala Maestra dove Costa e Cardin hanno fatto ritorno dopo avere circumnavigato (anzi circumnuotato) l’isola intorno alle ore 17,50 dopo ben 7 ore e venti minuti interamente trascorsi in acqua, durante i quali hanno percorso un tragitto di quasi 23 chilometri. Al loro fianco come sempre gli angeli custodi Marco Sartore e Alberto De Simone, istruttori sub del Tesei, amici e da sempre responsabili dell’assistenza in acqua, avvantaggiati rispetto a Costa e Cardin dal fatto di potere indossare pinne e mute per aiutarsi nel nuoto e difendersi dal freddo. Proprio questi due fattori hanno rappresentato il principale problema. ”Abbiamo incontrato” – dicono i due nuotatori – “mare grosso e correnti per lunghi tratti, ad un certo punto ci siamo resi conto di nuotare da oltre mezz’ora senza avanzare di 1 metro. Per uscire dall’impasse, sono state necessarie le urla d’incitamento (a volte anche le parolacce) di Paolo Rossi, che ci ha accompagnati con la sua canoa”. A rendere difficile l’impresa ci si è messo anche il freddo. “Effettivamente” – commentano – “non ci aspettavamo di trovare una temperatura dell’acqua così bassa, appena 15 gradi per quasi tutto il percorso, e se non fossimo abituati a nuotare senza muta anche in inverno credo che avremmo avuto moltissime difficoltà”.
Un altro problema di chi affronta questo genere di imprese è l’alimentazione, infatti lo sforzo fisico e la dispersione di calore dovuta alla temperatura dell’acqua, impone di alimentarsi spesso ed in modo adeguato: “Abbiamo fatto fronte a questa necessità – spiegano – mangiando scaglie di parmigiano, cracher e bevendo acqua, in questo modo non abbiamo avuto problemi. Man mano che si procedeva, vista la forza delle correnti che talvolta cambiavano direzione, ci sentivamo attratti e respinti dall’isola . Quando ci allontanavamo dalla costa l’acqua sembrava più scura, quasi nera, per l’elevata profondità. Ogni tanto si faceva viva qualche bizzarra forma di plancton tanto da assomigliare ad arpe di colore viola adornate con puntini luminosi. Dove la corrente era contraria e forte, si è dovuto procedere a zig-zag come fanno le barche a vela nella bolina, altrimenti non si andava avanti. Questi sono stati i momenti più difficili ed abbiamo avuto bisogno delle urla di incitamento di Paolo Rossi, che ci ha accompagnati e rassicurati con la sua canoa. Quando la corrente proveniva da lontano, diretta verso la costa, le masse di acqua gelida delle profondità venivano spinte in superficie, tanto da far segnare nel termometro 15-16 gradi, come ad inizio aprile. Questo creava dei momenti critici che però in breve tempo venivano superati”.
Molto nutrito il gruppo delle persone che hanno curato l’assistenza, dai comandanti delle 4 imbarcazioni che hanno seguito l’impresa ospitando l’organizzazione Egino Galeazzi, Luciano Ravagnan, Luciano Scalisi ed Aldo Battaglini, ai canoisti Paolo Rossi, Riccardo Burchianti e Teresa Rossi, agli altri assistenti con varie mansioni Enrico Araldi, Marino Lupi, Elisabetta e Gianfranco Panicucci, Maria Rosa Praticcò e Luciano Scarduelli, per finire con l’assistenza sanitaria che era garantita da Donatella. Un grazie va anche alle istituzioni che hanno dato il patrocinio: Parco Nazionale, Apt, Guardia Costiera, Corpo forestale e Comuni di Portoferraio e Marciana. L’impresa di Cardin e Costa è stata come sempre dedicata al Centro Ricerche Cetacei, con il quale il circolo Tesei condivide un progetto di insegnamento nelle scuole di tutta Italia legato al mare, ed alla raccolta di fondi da destinare all’Associazione Incontriamoci in Diversi.